E se si tornasse all'industria?

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 Bisogna tornare ai fondamenti dell’economia moderna, che è basata sul fatto che l’industria produce valore, ricerca, invrstimenti, occupazione..

Il gran problema dell’Euro e di alcuni paesi dell’Europa è, al momento, quello di pagare i debiti. Questa è una cosa importante, che non può essere risolta senza correggere il cattivo funzionamento del ciclo di finanziamento delle imprese industriali. Noi siamo oggi in una vera e propria grave recessione, una situazione che può durare ancora per molto tempo. L’ultima crisi è stata determinata dal crollo del boom finanziario legato alle costruzioni, che ha stravolto il ciclo di finanziamento dell’industria, e tutto il resto dell’economia ha seguito nella recessione.

La crisi attuale ha creato il panico in Europa, e specialmente alle banche, che non si sentono sicure e quindi riducono il credito all’economia in modo da tenere abbastanza capitale per resistere anche nel caso di un deciso peggioramento della situazione.La riduzione a quasi zero del costo del capitale per le banche europee non può certa cambiare la loro strategia. La paura domina, e la paura è una cattiva consigliera. Se l’industria europea non può riprendere l’attività, e aumentare il suo livello di produzione, non c’è nessuna speranza di una soluzione alla crisi attuale. Oggi, in qualche paese dell’Euro, il ciclo finanziario dell’industria s’è del tutto arrestato Le compagnie industriali non riescono a trovare denaro non solo per l’investimento, ma neanche per comprare le materie prime e l’energia per produrre, e per pagare i salari. La produzione quindi non aumenta, anzi, diminuisce, e quei paesi perdono mercati e posizioni nel mondo.

Il ruolo dell’industria manifatturiera nell’economia moderna è spesso messo in ombra dai servizi, e, soprattutto, dalla finanza. Quest’ultima è un’area dove è facile fare denaro, ma dove è anche facile perdere il senso delle proporzioni, il che crea ogni giorno una nuova ragione addizionale per la crisi. Bisogna tornare ai fondamenti dell’economia moderna, che è basata sul fatto che l’industria produce valore, cioè aggiunge valore alla materia prima. Essa crea valore dove non c’era.

L’industria crea innovazione sia con prodotti nuovi e migliori sia con modi sempre nuovi di produrre.  Tutti parlano della “società del messaggio”, e delle meraviglie dell’elettronica, ma pochi ricordano che questa società è basata sulle macchine, inventate, create e prodotte dall’industria. La “società dei servizi” è stata resa possibile dallo sviluppo delle macchine elettroniche.
L’industria ha bisogno di capitale per investimenti e di capitale per le operazioni quotidiane, per comprare materie prime e pagare i salari.  Se il suo “ciclo del capitale” funziona, l’economia si sviluppa, la popolazione diventa più ricca e le classi sociale meno favorite migliorano la loro situazione. Una larga parte del settore dei servizi non produce gran che di valore, semplicemente soddisfa la domanda di servizi, in modo da articolare meglio la domanda dei consumatori

Potremmo ricordarci di un grande economista, Shumpeter, che diceva che gli imprenditori non sono finanzieri. La finanza per i loro progetti viene dalle banche, e gli imprenditori la usano per investire in nuovi prodotti e in nuovi processi produttivi.
Se questo semplice ciclo non funziona, l’economia andrà in stagnazione, i consumatori avranno meno denaro da spendere, e si crea un ciclo negativo con bassi salari, bassa domanda di beni e servizi, disoccupazione e, alla fine, depressione.
L’industria manifatturiera è di tale importanza per ogni paese che i Governi spesso adottano una “politica industriale”, spesso cominciando dal settore della difesa, che muove prodotti e processi nell’industria. L’approvvigionamento di energia è un altro tema di primario interesse, e in quest’ultimo i risultati sono spesso difficili da ottenere, come Joan Fitzgerald scrive in “Losing our future” anch’essa su Insight. 

Se qualcuno volesse una semplice indicazione dell’importanza dell’industria, potrebbe anchedare uno sguardoalla situazione della Germania, la cui industria è oggi il vero leader dell’Europa.. Durante la discussione sulla crisi attuale, e i tentativi di strizzare ancor più paesi già immersi nella miseria, nessuno parla di industria. La gente si dimentica che l’industria è l’unico modo per migliorare la situazione di un paese, ed anche il solo modo per procurarsi i mezzi per pagare i debiti.

L’industria ha bisogno di un flusso costante di investimento. Primo, per comprare nuove attrezzature, per lanciare nuovi prodotti. Secondo, deve investire per aumentare la produttività con il continuo miglioramento delle macchine e dei processi produttivi. L’elemento principale della produttività è il contino miglioramento delle macchine e dei processi, e questo è il solo strumento per portare qualche paese europeo fuori dai sui gravi problemi .

Una politica di “Austerità” non può certo da sola portare un paese fuori dalle sue difficoltà. Questa è una politica che si può considerare necessaria per ridurre il debito, ma non può creare nuove fonti di reddito. Una strategia di sviluppo dell’industria manifatturiera è in realtà il solo modo di aumentare il reddito, di sviluppare nuove fonti di esportazione e, alla fine, per portare il paese a un maggior livello di produzione e di reddito.  

Marcello Colitti

Economist. He was President of Enichem. His last book is "Etica e politica di Baruch Spinoza". Member of the Editorial Board of Insight