Il presente come storia – ricordando Elio

Sottotitolo: 
L’inesausto impegno politico e sindacale in un mondo in continuo cambiamento. Lo stretto legame tra passato e futuro.

Il presente è in continuo mutamento. Col tempo il cambiamento è diventato così rapido al punto che è difficile seguirlo, generando una sorta di scettica stupefazione. In questo caso diventa un ordinario comportamento tornare alla storia, rinunciando a concepire il passato con una sorta di melanconia per il fatto che ci è sfuggito.  Norbert Elias scriveva, a  questo proposito, il limite e, in definitiva, l’errore di questo atteggiamento romantico. Una sorta di negazione della storia come svolgimento del presente che cambia, che non può non cambiare.

Ello Giovannini che ci ha lasciati ara approdato alla storia con questo atteggiamento, come continuo cambiamento da studiare non da rimpiangere. Aveva imparato che la storia è in continuo mutamento e questo più che sorprenderci deve stimolarci a seguire e interpretare il cambiamento  In modo  attivo, senza rimpianto  per il passato che si dilegua.

Era stato attivamente  membro del PSI, ma quando la storia aveva mutato il corso politico Elio non rimase a contemplare con atteggiamento romantico il passato. Nei primi anni sessanta la politica italiana cambiava. Bisognava prenderne atto e partecipare al cambiamento. Il Partito socialista con la sua lunga storia era in crisi. Una parte dei vecchi socialisti, guidati da interpreti  che potevano essere considerati maestri, come nei casi di Lelio Basso e Vittorio Foa, erano tra i protagonisti del cambiamento e della fondazione del PSIUP. Elio ne fu, benché molto più giovane, tra i protagonisti. Un atteggiamento attivo invece del rimpianto per il passato che si allontanava.   

La metà degli anni sessanta era il momento  in cui il sindacato tornava a porsi, sia pure non senza difficoltà, al centro del paesaggio politico. Elio, entrato nei gruppi dirigenti della CGIL , si trovò attivamente coinvolto nel profondo mutamento in atto caratterizzato dal coinvolgimento di grandi masse di lavoratori.

Divenne dirigente sindacale nella Federazione dei metalmeccanici al centro delle lotte dell’autunno del 1969. Era una nuova esperienza rispetto a quella passata di militanza nei partiti. Ma si rivelò un impegno che entrava pienamente nella natura di Elio. Ricco di questa esperienza, divenne negli anni settanta segretario nazionale della CGIL, quando Lama ne era il segretario generale. Difficilmente un’esperienza sindacale sarebbe potuta essere in un così breve tempo, più ricca e, al tempo stesso, più impegnativa.

Nel 1973 era cambiato anche l’assetto politico con lo scioglimento del PSIUP e la formazione del Partito Democratico di Unità Proletaria al quale Elio aderì diventandone un punto di riferimento. La sua attività sindacale nella segreteria della CGIL era sempre di più espressione di una collocazione che ne distingueva la posizione sindacale e politica.

Era anche il tempo in cui si era fissato un limite di appartenenza in alcuni ruoli di direzione sindacale. A Elio fu offerta l’elezione al Parlamento come indipendente della sinistra. Era un modo di tornare pienamente alla attività politica portando il bagaglio di esperienza che aveva acquisito prima nei partiti della sinistra e poi nel sindacato. Ma se la collocazione cambiava, la sua attività rimaneva sistematicamente rivolta  alla condizione dei  lavoratori. Vi era una profonda continuità nell’impegno politico pur nel cambiamento delle sedi in cui si esprimeva.

Dopo l’esperienza parlamentare,  Elio fu invitato a tornare, in un ruolo diverso,  nel quadro più ampio dell’attività sindacale alla direzione dell’Ires,  l’Istituito di ricerche economiche e sociali della CGIL. Era il riconoscimento di un’esperienza originale che si era costantemente intrecciata con la partecipazione in ruoli di direzione nella vita politica e sindacale.

Elio aveva, infatti, vissuto nel passato esperienze  diverse ma  fra di loro strettamente legate: cambiamenti che ne avevano arricchito la conoscenza dei processi politici nel senso più vasto. Aveva vissuto il presente nei suoi cambianti anche più radicali, cambiamenti  che possiamo definire storici, riprendendo il titolo dei famosi saggi di  Paul M. Sweezy quando scriveva “Il presente come storia”.

Non a caso, quando lasciò il  sindacato, riprese a occuparsi del presente e dei suoi cambiamenti come eventi che avevano profonde  radici nella storia. Si dedicò alla storia e ai mutamenti del socialismo italiano come chiave di una più compiuta interpretazione del presente. Il suo discorso si arricchiva inserendo l’analisi del presente e dei suoi cambiamenti sullo sfondo del passato e  rintracciandone i passaggi. Era, ancora una volta, una scelta attiva che ne regolava la ricerca, le letture storiche, il modo di analizzare il presente.

Un’analisi non improntata al rimpianto per il passato, ma alla comprensione del presente e al possibile futuro. Un lavoro di studio e ricerca diventato, nei tempi più recenti’ non privo di difficoltà per il problema agli occhi. Ma Silvana lo assisteva facilitando il suo compito di ricerca. Lo studio del passato al quale si dedicava lo favoriva nella interpretazione dell’apparente confuso presente e per volgere lo sguardo al possibile futuro.  

 In effetti l’Italia, posizionata in questo quadro, era cambiata e continuava a cambiare come capitolo di una storia mutevole che investiva l’intera Europa. Ciò che si definiva di sinistra, in Italia come in Europa, era spesso l’adesione a un presente che apparteneva già al  passato.

L’Unione europea non era quella che  era stata immaginata nelle fasi  iniziali. Per Elio era un processo da seguire senza guardare con rimpianto al passato – un atteggiamento tipicamente romantico che faceva considerare il passato come uno svolgimento  della politica da ricordare con nostalgia. Per Elio si trattava di studiare e interpretare la storia e la sua complessità, ma senza la pretesa di fermarla in nome del passato.

Ora gli eventi politici si svolgono con una velocità inconsueta. Passaggi che per Elio investivano non solo il nostro paese ma l’insieme dell’Europa. Passaggi spesso contradittori, che rischiano di consegnare l’Europa a un ruolo periferico nl quadro dei mutamenti globali. Il centro del  mondo, inteso come sequenza storica in  divenire, si è spostato sulle rive del Pacifico dove si affacciano Stati Uniti e  Cina.

Nel discorso con Elio si trattava di passaggi che meritavano di essere analizzati e interpretati senza pregiudizi. Una riflessione comune per tanti amici e vecchi compagni animati dal piacere di discutere del presente in una dimensione che aiutava a capirla e a guardare alle difficoltà di prevederne i passaggi verso il futuro.

In effetti, la riflessione con Elio continuava a essere importante come lo  era stata in un passato che poteva apparire remoto, ma che era stato, anche allora un incerto presente e che Elio aveva sempre vissuto con piena, attiva, e, insieme, critica partecipazione. Silvana, insieme con Fabio, Roberto e Bianca, lo ricordano, insieme con tanti compagni e amici, per questo suo  particolare modello di vita che ha caratterizzato la sua singolare e intensa esperienza. È un peccato che ci abbia lasciato. Ma per molti versi continua a essere fra di noi col suo sguardo attivo e disincantato sul presente come sul  possibile, quanto incerto, futuro.

Antonio Lettieri

Editor of Insight and President of CISS - Center for International Social Studies (Roma). He was National Secretary of CGIL; Member of ILO Governing Body and Advisor for European policy of Labour Minister. (a.lettieri@insightweb.it)