La Chrysler di Marchionne senza accordo a Detroit

Sottotitolo: 
 Le concessioni in Italia servono ad ottenerne altre in USA e viceversa.

Una clausola dell’accordo 2009 tra UAW e Chrysler prevede la sospensione del diritto di sciopero sino al 2015. Nel caso in cui le parti non raggiungano l’accordo sul rinnovo contrattuale, si dovrà fare ricorso all’arbitrato vincolante: “ Spero che questo non succeda,  sono fiducioso che troveremo una soluzione “ ha affermato Sergio Marchionne , in T Shirt, ad una conferenza di managers dell’auto.

Perché alla Chrysler l’accordo è così arduo mentre alla GM il nuovo contratto è  stato approvato la settimana scorsa dai lavoratori (circa 62% di SI) e alla Ford si è vicini a definire un’ipotesi  da sottomettere al voto ? Perché la Chrysler con stizza di Marchionne, che ha rimproverato aspramente il Presidente della UAW Bob King ,è in ultima fila nel rinnovo del contratto scaduto il 14 di Settembre per le tre big di Detroit ?

Il problema sono le richieste di Marchionne e la sua indisponibilità a seguire la traccia segnata dalle altre due multinazionali. Torneremo in un articolo specifico sui contratti GM e Ford, ricordiamo solo che entrambi prevedono un bonus di 5000 $, un aumento orario per i cosiddetti salari 2/3 che sono circa la metà di quelli contrattuali e  garanzie occupazionali (rientro di cassa integrati, riattivazione di stabilimenti, investimenti, ritorno di produzioni dall’estero…).

Marchionne, che sperava di essere il primo, si trova pertanto a commentare i risultati dei concorrenti. “ Ha adottato una linea dura “ dice ad auto news un ricercatore del settore automotive “ la situazione di bilancio di Chrysler non è così buona come quella di GM “. La rivista aggiunge, ” dopo aver ottenuto concessioni alla FIAT in Italia, Marchionne sta cercando di ripetere il successo in USA”. Con gli accordi di Pomigliano e Mirafiori si è creato una fama di “duro”, un’immagine di capitano non discusso né discutibile che detta le condizioni a capo di un’impresa in rimonta .Forse era il principale obiettivo di quegli accordi.

L’amministratore delegato di FIAT- Chrysler ha già dichiarato che non seguirà il copione della GM e punta nel contratto ad avere ulteriori concessioni per “non aumentare i costi fissi" e “conseguire gli obiettivi prefissati”. I costi sono più bassi rispetto alle due consorelle di Detroit e vicini a quelli dei "transplan" asiatici non sindacalizzati.

Ulteriori concessioni.Non è cosa semplice. Con un accordo assai differente da quelli di GM e Ford, Marchionne romperebbe una tradizione ottuagenaria nei rapporti tra le tre case automobilistiche americane. Dal dopoguerra  l’accordo con una delle tre serviva da “template” per le altre. Un patto di ferro. Romperlo è quasi come uscire   in Italia  da Confindustria e ,stando alle voci, la Chrysler chiede molto. Negli ultimi quattro anni gli occupati nell’azienda sono scesi del 43% ,  il numero di neo assunti a paga dimezzata è, di gran lunga maggiore rispetto a GM e Ford, circa il 13% contro il 3% della prima e il centinaio in Ford.

Adesso Marchionne  vorrebbe togliere il limite del 25%.nelle assunzioni a salario ridotto. Secondo il contratto in vigore (2007) l’azienda, quando raggiunto tale limite, dovrebbe trasformare gli eccedenti in salari pieni, (ma non i benefits).La UAW non può però permettersi di togliere questo tetto, sia perché è un tema molto sentito alla base (vi sono state manifestazioni in estate e i no alla GM sono soprattutto critiche su questo punto), sia perché il limite fu una delle condizioni da lei poste per accettare i salari d’ingresso.

Altro problema è l’indisponibilità della Chrysler ad un bonus pari a quello di GM (5000$), l’offerta sarebbe di 3500 $.
“ Marchionne sta giocando la UAW contro i sindacati italiani e gli italiani contro di lei “ commenta A. Wheaton della Cornell University . Le concessioni in Italia servono ad ottenerne altre in USA e viceversa.

Ma cosa può dare Marchionne agli americani se non può, o non vuole, dare aumenti anche limitati come GM e Ford? E come può la UAW accettare altre concessioni rischiando un largo dissenso nella base e l’irritazione delle altre due multinazionali USA ? Occupazione è la possibile risposta. E, infatti, il SUV e la sua piattaforma restano in USA. A Mirafiori si fa intravedere una baby jeep a fine 2013. Riportiamo il commento di un lettore comparso su Automotive news, “ stiamo tranquilli, non sarà una vera jeep”. Sempre che arrivi.

Toni Ferigo

Former Secretary of International metalworkers Federation;currently collaborator with "Istituto Paralleli", Turin (Italy)