Le chances di François Hollande

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François Hollande consolida la sua vittoria, mentre la bagarre fra le sue "signore" lascia il segno con l'esclusione di Ségolène Royal. Insight ha chiesto un'opinione a Marcelle Padovani, corrispondente del " Nouvel Observateur".

A volte, il ridicolo uccide. La campagna per le politiche in Francia si è conclusa su un’affaire risibile e dannosa. Ma infinitamente significativa .Non si discuteva tanto sui media di chi era meglio piazzato per sconfiggere il Front national, il quale doveva comunque rimanere un escluso antirepubblicano per principio; né di chi era più atto a difendere l’euro nelle sedi internazionali ; e nemmeno di chi poteva meglio sostenere il neo eletto Presidente della Repubblica sui banchi dell’Assemblée nationale. No, il tema che ha segnato l’elettorato francese è stato  : chi, delle due “donne” di François Hollande, la sua attuale compagna o la sua “ex” Sègolène Royal, madre dei suoi quattro figli, aveva realmente  i favori del Presidente ? Dato che Hollande aveva mandato un biglietto di sostegno a Segolène, candidata a La Rochelle, mentre Valérie Trierweiler  mandava un twitter al socialista dissidente rivale di Ségolène, Olivier Falorni (tra l’altro, di origini italiane) che aveva lasciato il PS per potersi candidare , anche per protesta, contro la paracadutata Ségolène. Un brutto pasticcio, da ogni punto di vista.

Certamente , da punto di vista morale, aveva ragione la Trierweiler a sostenere Falorni, segretario della Federazione socialista e candidato naturale, molto popolare a La Rochelle,contro la candidata mandata dal partito di Parigi a conquistarsi un seggio in una città non sua. Ma aveva torto ad esibire pubblicamente questo suo sostegno dovuto anche a gelosie degne di una commedia di Georges Labiche, o di un episodio people del “Loft” , il “Grande fratello” francese. Questo per la cronaca “amorosa” che è destinata a segnare dunque i primi cento giorni dell’era Hollande e che pone soprattutto il problema della debolezza caratteriale di un Presidente, ogni volta accompagnato da una donna ambiziosa, autoritaria, conquistatrice, e ben decisa ad usare del potere del compagno : prima Segolène, poi Valérie. Ha quest’uomo, così indeciso e poco “strutturato”, l’autorità necessaria per far valere le sue ragioni alla testa dello Stato e nelle trattative internazionali data la sua debolezza ed indecisione nel privato delle sue relazioni più intime?

Questa è certamente, ahimè, la prima lezione politica di queste elezioni francesi. Le altre sono di vario tipo . Si va dalla costatazione che il “centro” non esiste come soggetto politico, soprattutto quando ci si muove in un sistema maggioritario a due turni e che la tendenza naturale dell’elettorato  è di scegliere fra due campi chiaramente definiti, alla conferma di un altro assioma : quando uno preferisce  fare una campagna elettorale spregiudicata, flirtando apertamente con i temi dell ‘estrema destra (lotta all’immigrazione, ristabilimento delle frontiere pre-Schengen, priorità alla sicurezza del cittadino )ne paga le conseguenze in termini di slittamento a destra del proprio elettorato e della propria politica. La propaganda non è dunque mai neutrale. E questo lo sta verificando il partito di Sarkozy, l’UMP, così segnato  dallo slittamento a destra da non poter praticamente più essere catalogato di “centre-droit”. Ci sarebbe un’ultima lezione da queste politiche : è ormai finito il tempo in cui un partito occidentale o perlomeno europeo possa fare proficuamente riferimento al comunismo . Se si sceglie di farlo, si sa ormai in partenza che il raccolto elettorale non andrà mai molto lontano, quali che siano i sistemi elettorali nei quali ci si muove. E questo lo sta pagando Jean Luc Mélenchon, del Front de Gauche, che include anche i communisti e che farà fatica ad avere un gruppo parlamentare autonomo.

Per quanto riguarda infine la politica economica, è certo che una larga maggioranza dà automaticamente più peso al “partito del Presidente” e al Presidente stesso, per realizzare le promesse della campagna elettorale (per esempio :  il ritorno almeno per alcune categorie di lavoratori al diritto alla pensione a 60 anni ; il reclutamento di nuovi insegnanti per l’Education nationale, o l’aumento dell’indennità di ingresso a scuola per i bambini in difficoltà) e anche perrealizzare dlle alleanze con i grandi attori della scena internazionale quali Mario Monti, Angela Merkel , o Cameron. Hollande è un europeo convinto, che ha dimostrato concretamente di esserlo anche durante la disastrosa campagna sulla Costituzione europea ,quando militava per il “sì” mentre la maggioranza del suo partito, e dell’elettorato, era per il “no”.

Si spera adesso che la compagna Valèrie impari a conoscere quali sono i limiti del conflitto di interesse fra “première dame de France”, militante socialista e giornalista politica . E che sappia scegliere una linea di discrezione .  E' l’interesse dei Francesi, ed anche l’interesse suo.

Marcelle Padovani