Le conseguenze globali di una guerra evitabile

Sottotitolo: 
La guerra in Ucraina. Il conflitto tra Stati Uniti e Russia e le conseguenze economiche e sociali per l'Europa. 

In due interviste nel mese di giugno, Angela Merkel, riprendendo la parola  dopo alcuni mesi idi silenzio, attacca la Russia per l’invasine dell’Ucraina. Ma, al tempo stesso, difende la politica che ha condotto nel corso del suo lungo cancellierato durato sedici anni nei confronti della Russia, affermando che rifarebbe esattamente la stessa politica. Un’affermazione importante. In ogni caso, i l suo ruolo fondamentale  nell’aver diretto la Germania al vertice della politica europea  e, in una certa misura, occidentale sono indiscutibili. In questo quadro il suo ruolo nei rapporti con la Russia è stato rilevante e in una notevole misura determinante. Vale perciò la pena di tornarvi.

1.   Lo speciale rapporto politico tra la Germanie la Russia risale  a tempi più lontani. Bisogna tornare al  1970 quando Willy Brandt si recò in visita a Varsavia per incontrare il governo comunuasta polacco e, stupefacendo  l’Europa, s’inginocchiò nel cimitero di fronte alla tomba degli ebrei trucidati dai tedeschi sotto il regime nazista.

Con l’unificazione della Germania e la fine dell’impero sovietico, la Germania assunse definitivamente un ruolo centrale in Europa e i rapporti con ka Russia si intensificano. Putin da poco insediato alla testa del governi russo si reca in Germania per incontrare il cancelliere Schroeder e, al tempo stesso, incontra Angela Merkel che ha appena assunto la direzione della CDU. Un incontro che possiamo suppore amichevole e, per alcuni versi familiare. Merkel parla russo e Putin fluentemente tedesco essendo stato cinque anni in Germania orientale quando era membro del KGB.

Per angela Merkel che  dirigerà la germania per sedici anni, il più lungo cancellierato insieme a quello di Kohl dopo Bismark, i rapporti con la Russia, al di là delle oscillazioni, sono parte essenziale della politica europea della Germania. Politica che incontra una crescente ostilità degli stati Uniti che puntano all’isolamento della Russia.

Il rapporto fra la Germania e la Russia acquista un particolare significato dopo la crisi ucraina del 2014. Il secondo incontro di Minsk dopo le manifestazioni antigovernative di Maidan  all’ inizio del 2014 si svolge all’inizio del 2015  fra il nuovo governo ucraino la, Germana, la Francia  e la Russia. L’incontro mira  ad avviare un nuovo percorso nei rapporti fra Ucraina e Russia dopo il distacco della Crimea che, sulla base di un referendum popolare, si è associata alla Russia, e in relazione allo  scontro nel Donbass, regione  che rivendica una propria autonomia nell’ambito di un assetto regionale dell’Ucraina.

Il Donbass al confine con la Russia ,è, una regione dove il russo è la lingua storicamente prevalente. In effetti, secondo statistiche del 2004, quattordici milioni di ucraini si esprimono in lingua russa. Le differenze linguistiche non sono un’eccezione. In Spagna vi sono regioni come la Catalogna dove il catalano è una lingua ufficialmente riconosciuta a fianco del castigliano; così come in Belgio il fiammingo è parlato nelle regioni del nord mentre il francese è la lingua della Vallonia, ed entrambe le lingue sono ufficialmente riconosciute e tipicamente parlate nella capitale Bruxelles.

Quella che appare come una soluzione ordinariamente accettabile col riconoscimento del russo come seconda lingua nelle regioni dove è prevalente, è respinta dal governo di Kiev, provocando un’intensificazione dello scontro nelle province del Donbass, con pesanti distruzioni nelle citta principali della regione e migliaia di morti.

Nel dicembre del 2019 si realizza un nuovo incontro a Parigi tra i rappresentati dei quattro paesi che hanno firmato l‘accordo di Minsk rimasto inattuato.

L’incontro  al più alto livello vede la partecipazione di Angela Merkel, Macron ,Putin e Zelenski, da alcuni mesi alla testa del governo ucraino. L’incontro si conclude con successo. Putin si dichiara soddisfatto. L’intesa sarà dettagliatamente definita dovrà essere attuata nei primi mesi del 2020. Ma ancora una volta l’accordo non avrà un seguito.

L’Ucraina approva una nuova Costituzione che esclude definitivamente la configurazione federale del paese, già negoziata in passato, e  la legittimità della lingua russa nelle regioni dove la storia  la rende prevalente. La soluzione negoziata dai maggiori paesi dell’Unione europea con la Russia si allontana ancora una volta.

Il governo ucraino diretto da Zelenski, con l’assistenza americana rafforza il suo armamento e il conflitto nelle province nord-occidentali del paese s’intensifica  con crescenti distruzioni e vittime militari e civili. Il tentativo di pacificazione che ha visto ancora una volta impegnate la Germania  e la Francia con la  Russia si avvia al fallimento. 

 Angela Merkel rimane  convinta che al centro della politica europea deve esservi un  rapporto di collaborazione con la Russia. Ad agosto del 2021, meno di un mese prima della conclusione del suo mandato, si reca a Mosca. L’incontro con Putin si conclude positivamente e un grande mazzo di fiori è consegnato da Putin a Angela Merkel. Il secondo gasdotto, nonostante la netta opposizione americana, è completato e se ne prevede la messa un funzione nelle settimane successive.  La Germania che si accinge a disporre di due gasdotti concordati con la Russia rafforza insieme con l’accordo la sua posizione di prima potenza industriale in Europa e seconda dopo gli Sati uniti, nel mondo occidentale.

L’accordo che in effetti definisce nuovi rapporti di collaborazione fra l‘Europa occidentale e la  Russia mediati da Francia e Germania i si scontra con la linea americana.  Gli Stati Uniti, a differenza dei maggiori paesi europei,  vedono nella Russia l’avversario principale nella sfera occidentale. E i gasdotti che collegano la Russia alla Germania e  altri paesi, fra cu l’Italia, sono il segno concreto di una collaborazione che contrasta con la politica degli Stati che  considerano la Russia l’avversario principale sul fronte occidentale.

La conclusione del quarto mandato di Angela Merkel ,e il suo ritiro dalla politica , apre un nuovo scenario in Europa.

. Olaf Scholz il nuovo cancelliere tedesco   ha promesso di proseguire la politica della Merkel. Ma nella coalizione che sostiene il suo governo, i Verdi hanno una posizione nettamente opposta. Secondo la loro piattaforma, la Germania deve liberarsi dalla sua dipendenza dal gas russo. E, come ha scritto Der Spiegel, "Ora  - i Verdi - sono tra le voci più forti nel chiedere la consegna di armi pesanti in Ucraina ed esercitato notevoli pressioni sul cancelliere tedesco per attuare questa linea " -

 La Francia di Macron, che a gennaio ha assunto la presidenza dell’UE , è di parere opposto, e vorrebbe rilanciare i rapporti politici con la Russia. I paesi centro- orientali, Polonia e baltici, hanno una posizione contraria e, per ragioni storiche oltre che politiche , una posizione nettamente contraria  puntano a irrigidire i rapporti con la Russia.

 Alla fine di gennaio c’è ancora un incontro ad alto livello tra USA e Russia, ma gli Stati Unti escludono  dal confronto il tema dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato, affermando che spetta a ciascun paese la scelta della propria collocazione. In sostanza, le posizioni noi cambiano. La Crimea deve essere restituita all’Ucraina e le province del Donbass che ne sono parte integrante debbono rinunciare alla legittimazione del russo come lingua ufficialmente riconosciuta e complementare.

L’incontro si rivela non solo inutile, un acceleratore dello scontro.  Gli Stati Uniti preannunciano al governo Zelenski l’invasione della Russia. I servizi segreti americani ne annunciano anche una data imminente all’inizio febbraio. Non hanno torto. La Russia accresce i dispositivi militari i ai confini dell’Ucraina, il 24 febbraio si avvia l’invasione dell’Ucraina. Le previsioni si realizzano e la guerra questa volta tocca direttamente l’Europa.

La  guerra è da condannare per le  conseguenze di distruzione e di morte che comporta. La Russia poteva ancora puntare sulla posizione della Francia alla ricerca di una soluzione pacifica e su un possibile riassestamento della politica tedesca nel tentativo di ridefinire rapporti accettabili fra Russia e Unione europea. L’attacco di Mosca, previsto dagli Stati Uniti, vanifica ogni ulteriore possibilità di intesa con l’Unione europea.

D’altra parte, Gli stati Uniti, che hanno condotto (e perduto) molte guerre nel corso dell’ultimo mezzo secolo, dal Vietnam all’’Afghanistan, questa volta hanno il vantaggio d non dovere impiegare il proprio esercito.

 

4.   L’obiettivo è l’isolamento della  Russia per poter concentrare  la politica americana sulla Cina. In realtà, succede i contrario. La Russia rafforza i rapporti con la Cina. Un primo gasdotto che porta il gas dalla siberia ai confini della Cina è stato già inaugurato nel 2019. Un secondo che passerà attraverso la Manciuria fornirà ulteriore gas alla Cina che ha una popolazione tre volte maggiore dell’unione europea e la necessità di grandi forniture di gas per ridurre l’impiego del carbone.

 La Russia estende alo stesso tempo i rapporti con il governo indiano di  di Narendra Modi. Con l’effetto di triplicare la corrente limitata fornitura di gas. Nell’insieme i due più popolosi paesi del pianeta con quasi tre miliardi di abitanti diventano tributari del gas russo.

Gli Stati Uniti insistono perché l’Europa occidentale rinunci alla fornitura di gas russo. Il secondo gasdotto è stato già bloccato vanificando il danaro che vi è stato investito

Il gas insieme necessario all’industria europea dovrà essere garantito da un aumento delle forniture che hanno principalmente origine in Algeria, Libia e Qatar. Una nuova fonte di gas potrebbe essere in Nigeria passando attraverso il Sahara. Gli Stati Uniti sono, a loro volta, interessati a inviare gas liquefatto. Prospettive  incerte e costose rispetto alle condizioni di fornitura dalla Russia che l’Europa ha sperimentato ml corso di molti decenni. Forniture che la Russia si avvia ridurre (ultimamente Germania e Italia), e in alcuni casi, come per l’Ungheria e i tre paesi baltici, a sospendere totalmente.

Ma i rapporti con la Russia non erano  importanti solo per la fornitura di gas La Russia non è solo esportatrice ma anche importatrice di beni prodotti industriali forniti dai paesi europei, a cominciare da Germania e Italia. Ursula von der Leyen scriveva nel mese di gennaio: “Non bisogna dimenticare che l'Unione Europea è il principale partner commerciale della Russia. Circa il 40% degli scambi e delle merci viene effettuato tra la Russia e l'Unione Europea. L'Unione Europea è anche il più grande investitore estero in Russia — il 75% degli investimenti diretti esteri proviene dall'Unione Europea”. La domanda è se il danno per l'Europa sia solo nel commercio o se la guerra sia fonte di maggiori conseguenze. La risposta è evidente.

La BCE si avvia ad aumentare i tassi di interesse e, di conseguenza, il costo degli investimenti pubblici aumenterà, mentre il potere d'acquisto dei salari diminuisce insieme ai livelli di occupazione. Le conseguenze di una tempesta evitabile non avrebbero potuto essere peggiori per l'Europa.

5.  La crescita europea è bloccata e sarebbe necessario un aumento degli investimenti pubblici. Ma la BCE aumenta  I tassi d’interesse provocando un aumento del debito pubblico già estremamente alto in Italia, mentre la riduzione della si riflette in un ulteriore aumento della disoccupazione.

In molti paesi particolarmente africani e mediterranei, manca il grano di cui l’Ucraina è grande produttore, essendo bloccato a Odessa dove il mare è costellato da mine disposte dal governo ucraino. La Russia con la collaborazione della Turchia si dichiara disponibile a lasciar partire il grano, ma il governo ucraino non intende collaborare al disinnesco delle mine. Il grano rimane nei silos a rischio di marcire. mentre si prepara un nuovo incerto raccolto.

Merkel - nonostante le evidenti responsabilità attribuibili alla Germania negli anni della crisi  economica esacerbata dalla posizione tedesca - aveva ultimamente provato a porre la Comunità europea  in una posizione intermedia, non subalterna, fra Stati Uniti e Russia.

 La Francia post-elettorale potrebbe rilanciare la sua iniziativa,  e la Germania post-Merkel potrebbe recuperare un ruolo attivo. L’Unione europea potrebbe tentare di uscire dall’ angolo in cui è stata cacciata - e si è cacciata.

Ma ogni previsione rischia di rivelarsi infondata. Per ora non rimane che constatare le conseguenze di una politica sbagliata come è capitato nelle crisi che hanno percorso il pianeta nel corso degli ultimi decenni. Questa volta con profonde conseguenze sul presente e il futuro dell’Europa, ridotta a una condizione di periferia rispetto alla dislocazione dell’economia e della politica  sulle sponde del Pacifico.

Antonio Lettieri

Editor of Insight and President of CISS - Center for International Social Studies (Roma). He was National Secretary of CGIL; Member of ILO Governing Body and Advisor for European policy of Labour Minister. (a.lettieri@insightweb.it)