L'incerto futuro dell'Europa

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Alla crisi economica interna, si sommano gli sconvolgimenti del Medio Oriente, mentre l'Italia sembra rinnciare anche alla possibilità di sfruttare i giacimenti energetici dell'Adriatico.

Il quadro della situazione economica e politica dell’Europa non è certo rassicurante, e nessun segno di miglioramento si può scorgere in nessuno dei punti di crisi che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi, e che sembrano tutti inclinati verso il peggio.

Paesi grandi e potenti con una lunga tradizione democratica come l'Inghilterra, rischiano di perdere una parte del territorio, e la maggior parte del reddito della produzione petrolifera nel mare  del Nord, perché quella popolazione non vuole più convivere in un unico Stato.   In Francia il ministro socialista di un Governo altrettanto socialista, un uomo noto per aver brillantemente condotto il problema della fusione fra General Electric e la compagnia francese Alstom, è stato messo alla porta per aver criticato il sistema tedesco di gestione dell’economia europea, che ha buttato molti paesi, inclusa la Francia, in una situazione fortemente negativa. L’Italia, è ancora nella fase delle parole e non dei fatti e non ha neanche iniziato a preparare uno schema operativo che la possa condurre fuori dalla recessione perpetua. Il Parlamento discute accanitamente della cancellazione del Senato, una decisione che definitivamente stravolge la Costituzione     Italiana e mette il sistema politico e amministrativo in una situazione di grave incertezza sen dare nulla che possa indicare una via alla soluzione del problema economico.

 Ma non sono in difficoltà solo i paesi europei, l'intero sistema internazionale è ormai in una grave crisi.  . Non era mai successo a memoria d'uomo che un aereo di linea carico di passeggeri fosse distrutto da un missile e che nessuno ne sia stato chiamato colpevole e adeguatamente punito o, per lo meno, ricercato. Evidentemente c’è una grande potenza che permette a qualcuno dei suoi sostenitori di commettere “per sbaglio” un'orribile strage senza che nessuno possa richiamarli in giudizio. E’ una vera e propria rottura del sistema giuridico internazionale, e non sembra suscitare una grande reazione neanche negli Stati Uniti.

In materia di delitti, basta guardare al Medio Oriente e a quello che succede nell’Iraq per avere delle situazioni che sembrerebbero rifarsi a Tamerlano o simili. Si è riaperto e in modo cruento, il dissidio fra sciiti e sunniti. Questi ultimi, maltrattati dal governo iracheno creato dagli Americani dopo la guerra, cominciano a mostrare qualche simpatia per un tagliatore di teste che vuole ricreare il regno islamico, però con una sola variante religiosa, e perciò perseguita l’altra variante con la quale è inevitabile la guerra.

Non molto diversa è la situazione libica, che mostra una frammentazione minuta delle tante forze diverse, che sembrano grosso modo una parte legata al rigore mussulmano, e un’altra che ritiene che il paese debba avere una maggior libertà religiosa e civile. Intanto, l'Egitto si è aggregato dietro ad un Generale che è " uomo d'ordine" e non certo un democratico.

Dal canto suo,  l’Europa, gestita in dettaglio dal sistema tedesco, va  indebolendos, e il primato tedesco rischia di seguire il degrado di una buona parte dell’Europa, che colpisce i maggiori Stati membri dell'eurozona, e in particlare l’Italia.
                                                                                                                                            
Eppure   in Italia esistono  delle  possibilità di ripresa. Così come alla fine della guerra si fece ricorso alle ricchezze naturali da poco scoperte, il gas naturale,  oggi si potrebbe lanciare una campagna di  sfruttamento delle risorse minerarie di idrocarburi  ancora esistenti nel nostro paese    che sono note e niente affatto  irrilevanti . L’esempio di ciò che si fece dopo la guerra , e , più tardi  , con il primo  sfruttamento delle ricchezze minerarie dell’Adriatico.

La rinuncia allo sviluppo  di risorse minerarie note ,  per preservare  delle opportunità turistiche  è del tutto fuori  dalla realtà. La ricerca mineraria nell’Adriatico è stata condotta  tanti anni fa , con un’intesa fra l’azienda mineraria e i gestori del turismo , ambedue  egualmente interessati al successo di ognuno dei due. Si dimostrò allora che la ricerca in mare non danneggiava affatto il turismo,  anzi  aumentava i punti di interesse  per  coloro che si erano annoiati di rimanere sdraiati sulla rena  sotto il solo.

Sappiamo tutti che attualmente la Riviera Romagnola è ben frequentata e che ciò che è rimasto nel mare a testimonio di una tecnologia oggi in parte superata  non solo non disturba, ma costituisce  una interesse addizionale. I   sostenitori  del  turismo , invece ,  hanno creato molto spesso  un grave disordine con   il moltiplicarsi degli alberghi e delle pensioni ,  per non parlare di come le nostre coste abbiano patito uno sviluppo edilizio  capace di separare completamente  le città dal mare.  L'aumento della produzione  di gas e di petrolio  darebbe un nuovo flusso di reddito  non certo sufficiente  a far riprendere  da solo l'economia ,  ma certo capace di iniziare un processo  di ripresa innestato  dalle nuove scoperte  E sarebbe il caso di  non attendere oltre  perché continuando così,  il problema potrebbe diventare insolubile.

Marcello Colitti

Economist. He was President of Enichem. His last book is "Etica e politica di Baruch Spinoza". Member of the Editorial Board of Insight