Mr.Letta va a Berlino

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La valigia di cartone del viaggio europeo di Enrico Letta.

Il dialogo tra il nuovo primo ministro Enrico Letta e Angela Merkel può essere riassunto come segue: Letta: "L'austerità ci sta uccidendo, vi preghiamo di concederci un po’ più di deficit per crescere". Merkel: "Austerità e crescita non sono in conflitto; pochi decimi di punto, sì, ma rimanendo entro il 3%."

Per capire il problema, dovremmo iniziare dalle previsioni fatte nell'ultimo documento del governo Monti. Il documento stima un calo del PIL dell'1,3 per cento nel 2013 e una ripresa dell'attività economica nel corso dei prossimi tre anni: 1,3 per cento nel 2014, 1,5 nel 2015, 1,3 nel 2016. Ma FMI e OCSE stimano -1,5 nel 2013 e solo 0,5 nel 2014.

La differenza dipende dal fatto che la previsione del Documento di Monti tiene conto degli effetti della misura dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, che potrebbe contribuire a ridurre il calo del PIL nel 2013 (per due decimi di un punto) e avrebbe fornito un contributo non trascurabile alla ripresa dell'attività economica nel 2014 (0,7 punti percentuali) e l'anno successivo.

E 'difficile credere al documento di Monti. Va ricordato che a fine 2011 il governo Monti ha previsto, per l’anno successivo, solo -0.4 calo del PIL nel 2012, mentre il calo è stato -2.4, due punti in meno. Il disavanzo 2012 è stato previsto a 1.2, e l'avanzo primario al 4,6. In effetti, il disavanzo 2012 è 3 (OCSE dice 3.3) e l'avanzo primario 2.9. A seguito della caduta del PIL e il conseguente aumento del deficit, il debito-PIL è salito al 127 per cento nel 2012, e raggiungerà quest’anno i 130.

E 'chiaro che la prospettiva di crescita implica un mix tra aumenti di spese e riduzioni di imposte, per almeno un punto di PIL, e questo, almeno temporaneamente, fa aumentare il deficit oltre il 3%. Ma l'effetto sul debito sarebbe positivo, a causa della maggiore crescita del denominatore, cioè appunto il PIL. Ma il nuovo governo non si muoverà in questo senso. Il nuovo ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, ha detto che il governo vuole contenere il disavanzo del 3 per cento. Dopo aver trascorso la sua vita come un banchiere centrale, la sua intenzione non è sorprendente. Inoltre lo stesso Letta ha ribadito questa posizione.

Per essere "fair", si può pensare che l'argomento del governo suoni così: "Dobbiamo chiedere un po'più di margine, ma dobbiamo rispettare gli impegni assunti da Monti, altrimenti a Berlino (e quindi a Bruxelles) si arrabbiano, lo spread sale e l'onere del debito (interessi) sul PIL sale di nuovo (nel 2012 era del 5,5 per cento). Quindi dobbiamo uscire dalla procedura di disavanzo eccessivo. Inoltre, il fatto che Berlusconi sostiene di avere la golden share del governo nelle sue mani introduce un forte elemento di incertezza. Ed un governo con la vita incerta è un governo debole.

C'è un po’ di margine? Probabilmente la Commissione europea potrebbe escludere dal calcolo del deficit, la spesa pubblica per la realizzazione di progetti europei che coinvolgono autostrade (Helsinki-La Valletta) e ferrovie (Lione-Kiev, Genova-Rotterdam). E' una spesa di venti miliardi che si svilupperà su cinque anni o più. E' una cosa molto piccola per un paese che nel 2016, secondo il documento di Monti, sarà comunque inferiore al 4 per cento del PIL del 2007.

In poche parole, un deludente viaggio della speranza. Il governo Letta non farà nulla di molto diverso da quello che avrebbe fatto il governo Monti. Tempi duri per i giovani italiani.

Ruggero Paladini

Economist - Professor of "Scienza delle Finanze" at University "La Sapienza" Roma; Member of the Economic Board of Insight - ruggero.paladini@uniroma1.it