Pierre Moscovici e il disavanzo del tre per cento

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Lo strano caso del francese Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari economici, che fa la lezione all'Italia, dimenticando il permanente più alto disavanzo francese.

Il commissario europeo agli Affari economici gliele ha cantate, a Di Maio, che vuole finanziare i progetti dei 5 Stelle anche superando il limite del 3% nel rapporto deficit/Pil. "Il tetto del 3% al deficit ha un senso, questo senso è evitare che il debito slitti ulteriormente e il debito italiano non può slittare ulteriormente; deve, anzi, ridursi nel corso del tempo: quindi è un controsenso assoluto per l'Italia ma anche per il resto dell'Unione europea".

Il commissario si chiama Pierre Moscovici, pronuncia Moscovisì, quindi sembrerebbe un francese. Ma non può essere: è mai possibile che un francese richiami tutti all’ordine per il rispetto del limite al deficit pubblico e per la riduzione del debito? Però, se uno va a controllare, è proprio così: Moscovici è francese. Non solo: è stato pure ministro dell’Economia, dal 2012 al 2014.

Allora uno pensa: chissà che deficit basso avrà la Francia, o magari sarà già arrivata al pareggio di bilancio come prescrive il Fiscal compact. Andiamo a vedere i dati Eurostat.

Francia-deficit

Ma guarda: negli ultimi dieci anni la Francia sotto il 3% non c’è mai stata. E Moscovici, quando ha smesso di fare il ministro dell’Economia per andare alla Commissione, si è lasciato alle spalle un deficit del 3,9%. “Ma il deficit l’ho ridotto”, potrebbe replicare lui. Sì, ma restando circa il 25% al di sopra della soglia stabilita. E forse solo quest’anno (2018) si riuscirà a rientrarci. Forse.

Ma il debito pubblico, sarà certo al 60% come prescritto, o magari, visto che c’è stata la crisi, forse era salito, ma starà calando a tappe forzate. Vediamo che ci dice Eurostat.

Francia-debito

Toh! Il debito non solo non è al 60%, ma è salito per tutti questi anni, e continua a crescere. Non è tanto lontano dal 100%: coraggio, ancora un po’ e pure la Francia entrerà nel club.

Chissà come gliele canta, Moscovici, al suo capo del governo Macron. Sicuramente non in pubblico, altrimenti i media lo riporterebbero. Ma a quattrocchi, di certo lo rimprovera duramente. Mica se la prenderà solo con Di Maio.

Però, caro commissario, se lei è tanto convinto che il suo compito sia far rispettare quelle regole, non dovrebbe limitarsi a censurare le intenzioni. Con ben altra costanza e vigore dovrebbe prendersela con chi da dieci anni quelle regole non le rispetta. Che poi siano regole stupide (copyright Prodi) è un altro discorso. Ma per essere credibili, il minimo è guardare prima in casa propria.

Carlo Clericetti

Giornalista - Collaboratore di "La Repubblica.it." Membro dell'Editorial Board di Insight. Blog: http://www.carloclericetti.it