Potere e ricchezza nella democrazia malata

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 Oggi, i ricchi controllano una macchina per la persuasione che tocca tutti i cittadini.  La differenza nella ricchezza produce una differenza nel potere, poiché i ricchi usano la loro ricchezza per difendere ed aumentare la differenza tra loro stessi e gli altri

Esiste una condizione di base perché la democrazia sia una realtà, e non semplicemente un racconto che nasconde situazioni molto differenti fra loro? Si può sostenere che tale condizione sia un certo livello di uguaglianza fra i cittadini. Le tre condizioni di base, dettate a suo tempo dalla Rivoluzione francese, mettono “égalité “ immediatamente dopo “liberté”, e prima di “ fraternité”. Quest’ultima  consiste nel considerare gli altri cittadini come pari a se stessi e comunque non tremendamente distanti.

La distribuzione della ricchezza – potrei meglio dire la sua maldistribuzione- nei paesi ricchi e specialmente negli USA, è ben nota. La differenza è così grande, che i ricchi, i quasi ricchi ed i poveri vivono ognuno in un  mondo completamente diverso.
Il problema sta nel fatto che la differenza nella ricchezza produce una differenza nel potere, poiché i ricchi usano la loro ricchezza per difendere ed aumentare la differenza tra loro stessi e gli altri.

Il potere degli strumenti usati per influenzare i poveri o i semipoveri, è stato ben dimostrato dall’ultima tornata elettorale americana in cui l’orientamento  dei più poveri, espresso nella elezione presidenziale, è stato divelto dalle loro speranze di miglioramento economico e sociale e orientato contro il “governo”, visto come “ oppressore” di ogni  cittadino ricco o povero.
Un movimento estremista completamente nuovo è stato creato dal nulla in pochi mesi e usato per difendere, tra le altre cose, le esenzioni fiscali per i ricchi.  Oggi, i ricchi controllano una macchina per la persuasione che tocca tutti i cittadini e non è contrastata e, neanche semplicemente compensata, da nessun altro strumento.

La storia della democrazia negli Stati Uniti ebbe un forte sviluppo con la creazione dei sindacati, che furono in grado di rappresentare, anche se non sempre ma spesso, un potere contrastante la pervasiva autorità dei ricchi. Allora, la differenza del livello di benessere tra ricchi e poveri non era così profonda come oggi, ma il reale potere di opposizione delle Trade Unions si è oggi ridotto a ben poco, poiché esse raccolgono solo una parte dei lavoratori, non sufficiente per  contrastare con forza il crescente divario economicoe sociale.

Oggi i ricchi votano per se stessi e i poveri o non votano, o il loro voto può essere neutralizzato, manipolato dalle campagne dei media.I quali sono posseduti dai ricchi e servono gli interessi dei ricchi. In questa situazione,  è ancora possibile definire “democratica” una società? Ogni cittadino ha un voto, ma una piccola parte dei cittadini può usare la propria ricchezza e le proprie relazioni per influenzare i votanti e lo fa in nome della democrazia,  considerata in realtà non funzionale ai propri interessi. Il loro nemico è  lo Stato che deve essere contenuto e ridimensionato, in  modo da permettere ai ricchi di diventare più ricchi e più potenti

Lo Stato è per sua  natura portato a considerare, almeno in linea di principio, i cittadini come tutti uguali. Bisogna quindi attaccare lo Stato e i servizi che esso offre ai cittadini, i cosiddetti servizi pubblici, perché essi hanno l’effetto di rendere i poveri meno poveri e quindi più capaci di pensare con la loro testa. Questi servizi creano un principio di uguaglianza che non è accettabile ai ricchi.   Perciò questi servizi debbono essere accusati di inefficienza , di spreco e privatizzati, cioè offerti ai cittadini a seconda della loro ricchezza  e non per la loro natura di cittadini.

Privatizzare l’università, ad esempio, vuol dire far pagare gli studenti, il che garantisce che vi sarà sempre spazio per i rampolli delle buone famiglie e sempre meno  spazio per coloro che vengono dalle famiglie povere,  che ruberebbero i buoni posti e diventerebbero “insolenti”.  L’attacco dei ricchi è ovviamente portato in nome della libertà, quella libertà che è da loro usata  per costringere i poveri nel loro ambiente, e forsanche per farli discendere nella condizione di servi.   

Marcello Colitti

Economist. He was President of Enichem. His last book is "Etica e politica di Baruch Spinoza". Member of the Editorial Board of Insight