Spagna, come ha vinto la sinistra

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Le elezioni comunali e regionali hanno segnato la spettacolare caduta del Partito popolare e l’apertura di una nuova fase unitaria a sinistra che può cambiare lo scenario politico spagnolo alle prossime eiezioni generali di novembre.

Le elezioni comunali e regionali hanno riflesso lo spostamento a sinistra che si sta verificando in Spagna. L’effetto più significativo sarà un profondo cambiamento delle amministrazioni comunali più importanti, tra cui non solo Madrid e Barcellona, ​​ma anche altre come Valencia o Saragozza. La Sinistra alternativa ha ottenuto una vittoria storica nelle due grandi capitali spagnole, attraverso candidature di cittadini raccolti nelle liste di unità popolare rappresentative dei partiti e dei movimenti sociali attivi nella lotta contro la politica di austerità.

Un impegno di lotta strettamente collegato ai bisogni del territorio, all’efficienza e alla qualità dei servizi pubblici urbani direttamente legati all’esperienza quotidiana personale e ai bisogni collettivi trascurati dai poteri pubblici e privati, e posti come la base di un nuovo programma politico di governo delle comunità locali. Un impegno di cambiamento che è alla base della vittoria di figure come Manuela Carmena,  trionfante a Madrid e Ada Colau a Barcellona.

Il Partito popolare ha perduto più di due milioni e mezzo di voti, in percentuale più di dieci punti, rispetto alle precedenti lezioni di quattro anni fa, scendendo dal 37.5 al 27 per cento. Avendo governato in molte comunità locali, forte di una maggioranza assoluta, in pieno isolamento rispetto a tutte le altre forze politiche, con questo forte calo avrà difficoltà a coalizzare una maggioranza anche laddove la lista si è collocata al primo posto e non vi è un chiaro blocco di sinistra. Molti commentatori avanzano la possibilità di alleanza del PP con il partito emergente di Ciudadanos che ha conquistato il 6,5 per cento di voti, ma è una speranza che andrà delusa nei casi più importanti come Madrid, dove il voto ha punito i forti legami con la corruzione che hanno caratterizzato la vecchia amministrazione nelle mani del Partito popolare da due decenni.

Un caso particolare è la sconfitta del partito di governo nella Castilla - La Mancha, governato negli ultimi quattro anni con pugno di ferro e assoluto settarismo da María Dolores de Cospedal, segretario generale del PP. Paradossalmente è stato vittima proprio della sua riforma elettorale a livello regionale, che aumentando il numero dei voti per accedere all’assemblea regionale, gli ha fatto perdere la maggioranza assoluta a favore del blocco PSOE- Podemos. Una sconfitta che minaccia di porre fine al ruolo  di De Cospedal alla testa del PP.

Il Partito Socialista ha perso settecentomila voti rispetto elezioni nel maggio 2011, scendendo dal 27 al 25.03 per cento dei voti, ma ha riconquistato alcune Comunità autonome, come l'Estremadura, potendo al tempo stesso ottenere la guida di un certo numero di governi regionali tramite accordi con le forze locali schierate a sinistra. La sua perdita di voti è stata in ogni caso relativamente contenuta rispetto alla caduta registrata dal PP, essendosi giovato del cambiamento della sua leadership e del rafforzamento dei suoi rapporti con i sindacati e i movimenti sociali. In ogni caso, il ruolo che potrà giocare nelle prossime elezioni generali di novembre dipenderà dalla sua capacità di raccogliere nel nuovo paesaggio politico del paese il consenso dei movimenti di protesta che si collocano a sinistra.

Podemos si è confermato come forza emergente di cambiamento politico. Il partito è riuscito a tradurre in rappresentanza politica i movimenti di resistenza, di protesta e di lotta di vasti strati della popolazione duramente colpiti dalla lunga crisi iniziata nel 2010. In Aragona, Asturie e Madrid si colloca tra il 18 e il 20% dei voti, ottenendo comunque risultati significativi anche nelle regioni dove per la sua breve esistenza non ha un sufficiente insediamento territoriale, oscillando fra quasi il 15% nelle Isole Canarie e le Baleari, il 14% in Navarra, il 12% a Valencia, Castilla Leon, La Rioja e Murcia, il 9% in Castilla La Mancha e l’8 % in Extremadura.

Si tratta quindi di un partito politico in ascesa. Una parte della sua leadership era convinta dell’opportunità di presentarsi alla prova elettorale cercando i collegamenti possibili con le altre forze di sinistra; un’altra parte tuttavia inclinava verso la necessità di misurare la propria robustezza. In effetti, i risultati più brillanti sono stati ottenuti quando a livello locale ha promosso le candidature di unità popolare insieme con altre forze politiche e sociali. Il caso di Madrid è paradigmatico: lo schieramento unificato ha conquistato il 31,8% del voto popolare, contro il 18,6 a livello regionale.

Per Barcellona non è possibile effettuare un confronto analogo. E’ tuttavia evidente che l’alleanza di Podemos con ICV-EUiA, Verdi e movimenti sociali nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento nel mese di settembre, sarebbe in grado di conseguire un risultato molto importante, in ogni caso superiore a quello ottenibile dal solo Podemos. Un’unita strategica della sinistra è la chiave per un decisivo cambiamento dello scenario politico.

Una valutazione analoga, e ancora più evidente, vale per Izquierda Unida. I voti ottenuti da IU col proprio simbolo si sono attestati a 875 mila, pari al 4,8 per cento a livello nazionale, con una perdita di circa 375.000 rispetto alle passate elezioni (6,3 %). Ma il risultato si presta a una diversa lettura se si considera che una parte significativa di voti è passata nelle liste di coalizione di unità popolare, mantenendo e accrescendo il proprio insediamento. Per fare un esempio a Ciudad Real, presentandosi con “Ganemos” in un processo di convergenza con i movimenti sociali, IU ha ottenuto quattro consiglieri – contro uno nel 2011 – con la realizzazione di una maggioranza di sinistra e la sconfitta del PP.

E’ questo percorso unitario che potrà avvantaggiare IU in un contesto di rilancio della sinistra nel suo insieme. Mentre l’auto-isolamento si dimostra una linea sbagliata come ha dimostrato il risultato delle elezioni nella regione madrilena.

Nell’insieme siamo di fronte a un rimutato complessivo che segna un successo della sinistra. Il voto ha mostrato un chiaro spostamento verso sinistra dell'elettorato, il rigetto delle politiche di tagli sociali del Partito Popolare e il passaggio alle coalizioni di sinistra di molte città. E’ questo anche il risultato della mobilitazione che ha caratterizzato il conflitto sociale negli ultimi quattro anni. Il consolidamento di una strategia unitaria della sinistra può essere la chiave di volta di un profondo cambiamento politico nelle elezioni generali di novembre, non per la Spagna, perché può comportare un impulso significativo per il cambiamento delle politiche europee.

(Traduzione di A:L:Le elezioni comunali e regionali hanno segnato la spettacolare caduta del Partito popolare e l’apertura di una nuova fase unitaria a sinistra che può cambiare lo scenario politico spagnolo alle prossime eiezioni generali di novembreLe elezioni comunali e regionali hanno segnato la spettacolare caduta del Partito popolare e l’apertura di una nuova fase unitaria a sinistra che può cambiare lo scenario politico spagnolo alle prossime eiezioni generali di novembre.

(Tradzione di A.L www.eguaglianzaeliberta.it)

Antonio Baylos

Catedrático de Derecho del trabajo. Universidad de Castilla-la Mancha
Co-Editor Insight.
www.baylos.blogspot.com
antonio.baylos@uclm.es