Il fallimento economico delle politiche dell’eurozona è solo un lato della medaglia. Le conseguenze più gravi riguardano la faccia che rimane in ombra: i danni profondi inflitti alle regole della democrazia.
Nel dopo-statuto si è venuta consolidando a ritmi sempre più accelerati la tendenza a ri-mercificare il lavoro, e il governo Renzi avanza spregiudicatamente in questa direzione.
Il testo del compromesso è molto vago su una serie di punti-chiave ma, nonostante quello che sono stati costretti a cedere, i greci hanno aperto una breccia profonda nel muro dell'eurozona.
Il nuovo governo di Alexis Tsipras ha chiesto alle istituzioni europee sei mesi per respirare e negoziare un piano alternativo per la gestione del debito e per la ripresa del'economia.
Il nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è accompagnato dalle aspettative di quel che rimane della sinistra in Italia. Per non deluderle dovrà quanto meno garantire una corretta osservanza della Costituzione.
Tra le ragioni di ottimismo la vittoria di Syriza in Grecia, oltre alla caduta del prezzo del petrolio e al quantitave easing,ma rimane alto il rischio di una crisi nei rapporti fra Atene e Berlino con conseguenze sull'intera eurozona..
E' sulla politica di bilancio che Tsipras gioca la partita decisiva con Berlino. La spesa pubblica potrebbe portare a una diminuzione del debito, ma questo è il punto cruciale che per l'ortodossia di Bruxelles è difficile da accettare.